21/08/12

Just click PLAY #3

1) Schegge di Legno – Schegge di Legno
(autoprodotto, 2010)


Con una manciata di brani auto-distribuiti a mano ad amici e durante i concerti, le Schegge di Legno a poco a poco stanno riuscendo a cucirsi un posto almeno nel panorama locale del sud-est barese. Vederli dal vivo toglie letteralmente il fiato e non ci si riesce a spiegare come mai una delle band italiane più originali debba essere costretta quasi all’anonimato. Probabilmente il duo, che non ha nulla da invidiare a nessuno, oltre a produrre ottima musica dovrebbe anche riuscire a “vendere se stesso”, un modo di dire terribile ma, purtroppo, vero se si vogliono vedere ripagati i tanti sforzi. Ma veniamo alla musica. Imparata la lezione del virtuoso Michael Hedges, con una chitarra acustica un loop e un basso puntuale, questo duo di Locorotondo riuscirà a trascinarvi in un’altra dimensione fatta di improvvisazione e suoni che odorano di anni Settanta e nostalgia.




2) Lantern – Noicomete
(autoprodotto, 02/06/2012)


Di stelle, lucori, ombre e sentimenti. Appena giugno, estate è già morta e arrivano i Lantern a catalizzare gli ascolti e i tormenti. Che sia il miglior debutto italiano di questi mesi – uno di quei debutti che s’infiltra e rimane nelle viscere e nel cervello – è quasi certo, con le sue cinque tracce davvero ben costruite (bellissima, ad esempio, Montagna ad aprire il lavoro) e con testi da lucciconi (Codeina su tutti).
Ora non resta che “consumare” questi pezzi e sperare in molti altri futuri e ispirati lavori.




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3) Nient'altro che macerie – Circostanze
(autoprodotto, 03/05/2012)


Titoli lapidari ad incorniciare un lavoro distruttivo e al tempo stesso malinconico, Circostanze si manifesta subito nelle orecchie dell’ascoltatore come la riprova dell’odierna fioritura dell’emo-screamo in lingua italica, uno screamo che, però, in questo caso, non esita nella corso della sua evoluzione a placarsi e farsi spoken word o tingersi abilmente con sfumature non banali.
Nel giro di un quarto d’ora, in sostanza, questi tre ragazzoni riescono a convincere e far ben sperare in continue e future evoluzioni, che – siamo certi – con un po’ di maturità in più suoneranno belle e inconsuete. Tutt’altro che macerie, insomma.




4) Windrone – Scraps
(autoprodotto, 12/02/2012)


I Windrone sono una giovane realtà napoletana di musica influenzata dalle sonorità e dalle atmosfere grunge e noise-rock americane. Quello che ne risulta non è una goffa imitazione ma una rielaborazione abbastanza riuscita e sicuramente lodevole. Inoltre, certi passaggi più elaborati (Weaving… su tutti) dimostrano anche una buona dose di creatività e originalità. L’approccio grezzo e ruvido delle cinque tracce di questo Scraps, comprovato anche dalla qualità lo-fi delle registrazioni, testimoniano una vera e propria dichiarazione di intenti che suona più o meno così: “Noi facciamo baldoria e suoniamo incazzati. Tante grazie a chi ci ascolta”. Da parte nostra i migliori auguri, il primo passo è stato fatto più che bene.


5) Meraviglia – Meraviglia
(autoprodotto, 14/06/2012)

Probabilmente è un po’ tardi per trovare un tormentone per quest’estate asfissiante ma state pur certi che, una volta premuto play, non riuscirete più a levarvi dalla testa Sleeping Summer, traccia d’apertura di questo demo-meraviglia.
Voce disarmonica, basso in evidenza e percentuale di componente femminile che, vista la rarità, a voler fare le femministedelcazzo, fa sempre piacere, i Meraviglia danno alla luce cinque tracce in totale download gratuito da infilare nel proprio lettore musicale di fiducia e ascoltare fino alla nausea per sentirsi un pochino                                                                                       meglio. L’estate fa schifo, la musica ci salverà.





1, 4: Andrea Russo; 2, 3, 5: Annachiara Casimo

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