Dopo Post-Nothing, un album che è stato anche un
manifesto (la dice lunga il titolo), ripetersi agli stessi livelli non poteva
essere facile per i canadesi Japandroids, e Celebration Rock è
mascherato da mezzo flop solo se paragonato a quel precedente. In realtà stiamo
parlando di un album più meditato anche se questo ha significato metter da
parte quella cruda e strafottente immediatezza lo-fi degli esordi. Non
si devono allarmare, però, i puristi dell’underground. La band è rimasta fedele
a quel sound à la Hüsker Dü che è un mix tra caos e delicatezza; è
rimasta fedele a quel rock che, in questo nuovo capitolo della loro
discografia, i Japandroids vogliono celebrare come attitudine piuttosto
che come genere definito.
Il disco si apre con uno scoppiettante concentrato di
furore e irriverenza punk, The Nights of Wine and Roses, in cui
batteria e chitarra si inseguono in una sorta di corsa a due che induce
l’ascoltatore ad alzarsi subito dalla sedia un po’ come fanno gli spettatori di
una finale dei Mondiali quando si giunge ai calci di rigore. Fire’s
Highway si candida come canzone-pogo dell’anno, qui la veemenza della
chitarra è acuita e l’ottima melodia è intervallata da degli“ooh-ooh-ooh”,
impulsivi quanto adolescenziali, che presto diventeranno il leitmotiv del
disco. Il brano più elaborato sembra la successiva Evil’s Way,
una cavalcata psichedelica che preannuncia la cover dei Gun Club, For
The Love of Ivy, che è un tributo a quell’horror-punk che
ha fortemente influenzato l’immaginario della band.
Il dualismo un po’ lynchiano tra melodia e furore, però, si
ripresenta subito con le tempestose saturazioni di suono di Adrenaline
Nightshift che inaugura un trio di canzoni formidabili. Younger
Us (già contenuta in un 7” del 2010) a un certo punto si fa convulsiva
e caotica mentre il singolone The House That Heaven Built, “stranamente”
relegata a fine scaletta, potrebbe fare la barba a tutti i Green Day di turno.
Questa sfuriata rock n’ roll alla fine lascia il posto a Continuous
Thunder in cui si manifesta la vena romantica del duo canadese (un po’
come successo con I Quit Girls nel disco precedente). Quest’ultimo brano
è quello che riesce a far tremare i cuori degli ascoltatori più sensibili a
conclusione di un disco potente, frenetico e al tempo stesso di buon impatto
emotivo. Un disco prodotto e suonato con una commovente sincerità, un requisito
– quest’ultimo – diventato imprescindibile oltre che raro.
Andrea Russo
Japandroids – Celebration Rock
[Polyvinyl Records, 05/06/2012]
tracklist
01. The Nights of Wine and Roses
02. Fire's Highway
03. Evil's Sway
04. For the Love of Ivy (The Gun Club cover)
05. Adrenaline Nightshift
06. Younger Us
07. The House That Heaven Built
08. Continuous Thunder
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